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L’ansia, nella sua condizione fisiologica, è un fenomeno naturale che rappresenta uno stato d’allarme che si attiva quando una situazione viene percepita come un segnale di pericolo. Le reazioni emotive e psicologiche che ne derivano servono a proteggersi da minacce reali, a mantenere uno stato d’allerta in caso di pericolo o semplicemente ad attivare dei meccanismi utili a migliorare determinate prestazioni (ad esempio durante un esame).
Quando l’ansia non si riferisce ad un pericolo oggettivo, è ingiustificata o sproporzionata rispetto alla situazione, non è più considerata fisiologica.
L’ansia diventa patologica quando la reazione del soggetto è legata a situazioni ed eventi normalissimi non valutabili come ansiogeni che però generano un malessere eccessivo e tale da invadere la vita lavorativa e relazionale di chi ne soffre.
Quando la paura diventa disturbo d’ansia, corpo e mente attivano dei meccanismi complessi talmente gravosi e limitanti da interferire con la capacità di gestire le normali situazioni della vita.
Il sintomo ansioso è la principale manifestazione della maggior parte delle patologie psichiche, ad esempio delle nevrosi. A prescindere dalle varie forme che può assumere, sul piano somatico l’ansia si manifesta con sintomi acuti: palpitazioni, sudorazione, pallore, brividi, nausea, diarrea, disturbi gastrointestinali, tachicardia, dilatazione pupillare. A livello emotivo genera paura, tensione, angoscia, terrore e panico.
L’ansia è qualcosa che nasce dal profondo, da un moto dell’animo. Il sintomo ansioso rappresenta simbolicamente un blocco che deriva da conflitti interiori complessi e radicati. L’energia vitale è compressa, schiacciata da condizionamenti contraddittori e da meccanismi in cui ha avuto una grande influenza la famiglia d’origine e l’atmosfera di precarietà che è alla base del vissuto del soggetto ansioso.
Chi soffre d’ansia è bloccato in meccanismi e pensieri ripetitivi, non riesce ad elaborare, perde la lucidità e vede ogni evento e situazione in forma negativa.
Può sviluppare fobie vaghe o specifiche (claustrofobia, agorafobia etc.) e mettere in atto comportamenti evitanti estremamente limitanti per la sua vita.
Quando l’ansioso teme qualcosa tenta di evitare il pericolo per non stare male: tutto ciò che può creare ansia diventa dunque un nemico. Si evitano luoghi e situazioni a cui si attribuisce il disagio e si mette in atto un meccanismo patologico che fa ruotare la vita attorno al sintomo generando conseguenze che accentuano le paure, i timori e l’isolamento.
Una conseguenza molto comune è la somatizzazione; accade spesso che l’ansia non venga percepita come disagio ma che si manifesti come malessere fisico che viene indagato diventando erroneamente la causa del disturbo (come accade, ad esempio, nell’ipocondria). Molte patologie fisiche sono quindi espressione di profondi stati ansiosi che vengono “spostati” sul corpo.

La medicina classica suddivide idisturbi d’ansia in rigide classificazioni valutando la terapia sulla base dei sintomi.
L’omeopatia individua invece le personalità, il quadro psicologico che identifica il disturbo d’ansia come un messaggio di dolore, una richiesta d’aiuto del paziente. L’ansia, così come gli altri sintomi, non viene quindi bloccata né combattuta.

In omeopatia esistono più di cento rimedi in grado di agire sull’ansia e gli attacchi di panico ma in questa sede ne verranno indicati solo alcuni.
La scelta dei rimedi per le patologie psichiche deve essere profonda e accurata, spesso sono necessarie più visite omeopatiche prima di individuare la cura più adatta, soprattutto quando ansia e depressione si cronicizzano.

Ignatia amara è una persona che ha subito traumi affettivi, distacchi dolorosi. È utile dopo delusioni sentimentali, stress emotivi, cattive notizie. Rappresenta uno dei più importanti ansiolitici omeopatici. Ignatia sospira in continuazione, si sente stanco, debole e apatico. Soffre di palpitazioni, sensazione di nodo in gola, insonnia, diarrea, disturbi gastrici. La sua caratteristica sono i sintomi contraddittori (ride quando è triste) e le oscillazioni d’umore. Rimugina in silenzio, rifiuta la consolazione, soffre di paure e ha fortissime ansie.

Anche Phosphorus è ipersensibile: a differenza di Ignatia però è meno apatico anche se tende alla depressione e alla malinconia. È vulcanico, frettoloso, estremamente ansioso. Si stanca facilmente, si suggestiona. È pieno di paure, teme la solitudine, i temporali, il buio e la morte. Somatizza a livello gastrico, lamenta sensazione di vuoto allo stomaco e alla testa, bruciori diffusi alle mani e alla schiena. Tende all’esaurimento mentale e fisico da stress (si consuma energeticamente).

Un altro rimedio che ha come sintomi chiave paure e fobie è Lachesis. È un individuo estremamente loquace, fortemente ansioso. Ha fobie specifiche: teme i serpenti e i luoghi chiusi (claustrofobia). Ha bisogno di parlare e comunicare ma è estremamente diffidente, sospettoso, geloso, crede di essere perseguitato. A livello somatico soffre di violente cefalee, è intollerante agli abiti stretti che avvolgono la gola. Tende all’ipertensione, quando si agita ha forti vampate di calore e palpitazioni.

Un esempio chiaro di come l’omeopatia inverte il concetto di cura sono due importanti rimedi, Arsenicum album e Argentum nitricum, che rappresentano entrambi due individui fobico-ansiosi ma con aspetti totalmente diversi.
Arsenicum album è una persona diffidente, precisa, meticolosa e ordinata. Soffre di forti sensi di colpa, ha pensieri ossessivi e rituali compulsivi. È spesso preoccupato per la sua salute, ipocondriaco. Teme la morte e le malattie. L’ansia di cui soffre è profonda, spossante, provoca nel soggetto forti cefalee occipitali, gastriti e coliti, attacchi di panico e insonnia. I sintomi peggiorano durante la notte e con il freddo.
Anche Argentum nitricum manifesta attacchi di panico e fobie: scarica la tensione su stomaco e intestino, infatti soffre di diarrea emotiva, colon irritabile e gastralgie. È il rimedio d’elezione per l’ansia anticipatoria che si manifesta prima di una prova, un esame o eventi che generano tensione o attesa. Argentum è frettoloso, logorato dallo stress, teme le altezze (gli generano vertigini), gli spazi chiusi (claustrofobia) e quelli aperti (agorafobia). Le sue fobie sono bloccanti e limitanti, lo rendono dipendente dagli altri, vorrebbe sempre qualcuno vicino quando esce di casa. È terrorizzato dalla solitudine.

L’ansia anticipatoria è anche una chiave di Gelsemium: a differenza di Argentum che ha un’agitazione febbrile, questo rimedio rappresenta un ansioso timido e insicuro, bloccato, stanco e depresso. Il suo sintomo portante è il blocco che si esprime con paralisi, tremori, angoscia e panico prima di un evento stressante. La paura costante che lo affligge genera fenomeni di evitamento dell’oggetto o della situazione fobica interferendo e bloccando le attività della vita quotidiana.

L’attacco di panico “puro” è rappresentato da un corollario di sintomi acuti e improvvisi.Aconitum napellus è utile quando il soggetto è colto da crisi di panico violente con sensazione di “morte imminente”. È il rimedio dei disturbi acuti, agisce su chi ha paura della folla, del buio. Aconitum, in preda al panico, ha il volto arrossato, il fiato corto, forti palpitazioni, crisi cardiache e ipertensive. È soggetto a colpi d’aria e febbri improvvise. I sintomi peggiorano con il freddo e il vento secco.

Nux vomica è considerato il rimedio dell’età moderna. Rappresenta una persona ipereccitata, irascibile, stressata, maniaca del lavoro. È impaziente, ordinata, intollerante agli odori e ai rumori esterni. L’ansia attacca stomaco e intestino, causando nausea, stipsi ostinata, eruttazioni, digestione difficile, sonnolenza dopo i pasti. Tende agli abusi alimentari.

Anche Veratrum album soffre di attacchi di panico. Il suo corpo è rigido, gelato, suda freddo, ha spesso vomito e diarrea acquosa. Veratrum teme di aver commesso gravi colpe, si angoscia, pensa al suicidio. Manifesta delle manie particolari come quella di strappare o lacerare i vestiti. È ambizioso ma poco equilibrato. Lamenta violente cefalee nevralgiche.

L’ansia di Thuya è spesso mascherata; il soggetto non ama parlare di sé, si sforza di sorridere anche quando sta male. Ha fissazioni persecutorie, pensieri ossessivi e ripetitivi. Si sente sempre in colpa, cade nella tristezza e nella depressione. È il rimedio di chi è introverso, ipersensibile e con una bassa autostima. Teme le malattie e il vento, a livello somatico alterna stipsi e diarrea, nausea, insonnia con incubi. Le donne hanno frequenti somatizzazioni che si manifestano con disturbi all’utero e irregolarità mestruali.

Le fobie specifiche sono tipiche di Calcarea carbonica: questa personalità è fortemente ipocondriaca, è terrorizzata per il proprio stato di salute. Si stanca facilmente fino ad abbandonare il lavoro, è indolente, pigra, depressa, fortemente scoraggiata, timida, suscettibile. Tende al sovrappeso, suda molto e principalmente alla testa. Sviene facilmente e lamenta spesso gonfiore addominale.

Le diluizioni più indicate per il trattamento dell’ansia sono la 30 CH e la 200 CH (monodose). Entrambe hanno un’azione profonda, lavorano sul sintomo psichico e sulle conseguenti manifestazioni somatiche. Tuttavia le diluizioni più alte (dalla 200 in poi) hanno una posologia diversa e vanno “monitorate” e gestite dal medico curante.

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