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Capita spesso che i pazienti, soprattutto in caso di dolori cronici, siano costretti a sottoporsi a terapie differenti in tempi successivi, ritardando così il miglioramento della sintomatologia. Per combattere il dolore esistono molte tecniche efficaci ed è possibile utilizzarle tutte contemporaneamente anche nell’ambito della stessa seduta.

Questo approccio multidisciplinare offre indiscutibili vantaggi:

  • Risoluzione della sintomatologia dolorosa in tempi molto rapidi, perchè si interviene contemporaneamente con tutte le tecniche a disposizione
  • Risparmio di tempo per il paziente, che evita di sottoporsi a numerose sedute terapeutiche
  • Risparmio economico notevole: il paziente non ha più necessità di rivolgersi a diversi specialisti per risolvere il suo problema. Utilizzando molte tecniche contemporaneamente si aumenta l’efficacia dell’intervento ed il paziente può far riferimento ad un unico medico
  • E’ efficace anche in quelle situazioni che non si giovano delle terapie convenzionali

Per una migliore comprensione, occorre osservare come può presentarsi una sintomatologia dolorosa. Mentre il dolore acuto è una sensazione che ci allerta su un possibile danno e ci spinge a prenderci cura di noi stessi, il dolore cronico è qualcosa di differente: dura per mesi o anni e rappresenta esso stesso una malattia che può essere aggravata da fattori ambientali e psicologici.

Il dolore acuto, causato da un’infiammazione o da un danno ai tessuti, generalmente insorge all’improvviso, ad esempio dopo un trauma o un intervento chirurgico, le sue cause possono generalmente essere diagnosticate e curate e la sintomatologia è limitata ad un periodo limitato di tempo. In rari casi può diventare cronico.

Il dolore cronico, al contrario, rappresenta esso stesso una malattia, persiste per un lungo periodo (mesi o anni) e resiste a molti trattamenti medici. Ci sono molte cause riconosciute come responsabili del dolore cronico, ma molte persone ne soffrono senza che vi siano correlate evidenti patologie attuali o passate.

L’osteoartrite, il mal di schiena, la sciatica, le radicolopatie, le nevralgie, la cefalea, la sindrome miofasciale, il dolore neoplastico, il dolore neuropatico sono alcune delle patologie spesso associate al dolore cronico. Soffrire di dolore cronico può portare all’abuso di farmaci e può concorrere all’insorgenza di patologie anche gravi, sia fisiche che psicologiche (irritabilità, insonnia, ansia, depressione)

L’ Agopuntura nel trattamento del dolore acuto

Il dolore fisico è un evento molto comune nella popolazione. Un recente sondaggio su scala nazionale ha infatti evidenziato che oltre un quarto della popolazione italiana adulta ha di recente sperimentato una qualche forma dolorosa della durata superiore ad un giorno. Accanto ai trattamenti convenzionali, come l’uso sempre più indiscriminato degli anti-infiammatori e dei cortisonici, sempre più persone si stanno rivolgendo con soddisfazione a trattamenti non convenzionali come l’Agopuntura.

L’Agopuntura è utilizzata per vari tipi di dolore. Secondo lo stesso sondaggio, tra i motivi per cui gli italiani ricorrono all’Agopuntura, al primo posto c’è il mal di schiena, seguito dai dolori articolari, dal dolore cervicale e dal mal di testa.

L’Agopuntura è sempre più utilizzata anche in caso di patologia traumatica. Le situazioni in cui è maggiormente indicata sono elencate di seguito.

 

INFORTUNI DELLA STRADA

Recenti studi hanno messo in risalto un significativo numero di individui che restano sintomatici per molti mesi, spesso anni, dopo un incidente automobilistico. Il 75% soffre ancora di qualche dolore a distanza di sei mesi dall’incidente.

L’importanza del danno è solitamente sottostimata al momento dell’incidente perché il dolore causato dallo stiramento o dalla tensione muscolare può non insorgere immediatamente. Tuttavia, si può intensificare e complicare col passare del tempo.

Il colpo di frusta, il mal di testa e il mal di schiena, che spesso insorgono dopo un tamponamento, sono solo un esempio. L’infortunato inizialmente può non avvertire alcun sintomo o solo un minimo fastidio ma questo può essere seguito da una sensazione di indolenzimento nei muscoli coinvolti che può sfociare in contratture e dolore.

INFORTUNI SUL LAVORO

A questa categoria appartengono due tipi di lesioni, croniche e acute.

1.  Lesioni traumatiche croniche. In caso di traumi ripetuti, il danno accumulato può raggiungere un livello tale da determinare una sintomatologia severa e invalidante. Ne è un esempio la segretaria che digita sulla tastiera per molte ore al giorno e sviluppa una patologia alle articolazioni delle dita o ai tendini del polso. Oppure l’addetto al carrello elevatore che usa sempre lo stesso braccio per tirare la leva può andare incontro a dolore cronico al gomito. Oppure ancora l’impiegato che sta seduto per ore nella posizione sbagliata può soffrire di tensioni ai muscoli del dorso che possono sfociare in dolore cronico alla schiena.

2.  Lesioni traumatiche acute. Traumi sul lavoro possono essere dovuti ad una miriade di cause, che comprendono cadute, sollevamento di carichi pesanti, torsioni agli arti, ustioni chimiche, caduta di oggetti, ecc. Il meccanismo che porta al danno è piuttosto semplice.L’immobilità dopo un trauma fa sì che il muscolo resti contratto per mantenere quella posizione. Dopo un po’ di tempo, il muscolo impara a restare in tensione e la tensione muscolare causa dolore. Se il processo non viene interrotto, nel tempo si posso verificare conseguenze invalidanti. Come nel caso dei traumi automobilistici, le lesioni traumatiche acute, se opportunamente trattate, possono guarire velocemente e senza problemi cronici di rilievo.

 

TRAUMI SPORTIVI

LESIONI MUSCOLARI

La categoria delle lesioni muscolari acute comprende vari generi di patologie, classificate secondo la gravità del danno muscolare.

In ordine di gravità, le lesioni possono essere suddivise in

■ Contrattura (o lesione di grado 0): il muscolo è contratto

Stiramento o elongazione (lesione di grado 1): si ha una distensione delle fibre muscolari, ma non c’è rottura

■ Distrazione (o lesione di grado 2): in questo caso c’è rottura di una parte delle fibre del muscolo, con emorragie e conseguenti ecchimosi a livello sottocutaneo:

  • I stadio – rottura di poche fibre
  • II stadio – rottura di più fibre
  • III stadio – rottura parziale

■ Rottura o strappo: in questo caso la rottura delle fibre interessa tutto il muscolo.

Nelle contratture si ha dolore al muscolo colpito che influisce negativamente sulla sua efficienza. La sensazione è che il muscolo si opponga all’allungamento rimanendo contratto; il dolore è anche evocato alla palpazione che permette di apprezzare l’ipertonia delle fibre muscolari.

Lo stiramento è un tipo di lesione facilmente riscontrabile in ambito sportivo ed è provocato da un allungamento eccessivo delle fibre del muscolo.Uno stiramento muscolare dà luogo a un dolore acuto e circoscritto alla zona colpita dalla lesione generalmente seguito da uno spasmo muscolare. Per quanto il dolore provocato da uno stiramento sia decisamente più intenso di quello causato da una contrattura, raramente vi sono problemi a livello di funzionalità e, molto spesso, il soggetto è in grado di continuare l’attività. Così facendo, rischia di peggiorare il quadro clinico con possibili complicanze (distrazione o strappo) e conseguente allungamento dei tempi di recupero.

La distrazione muscolare viene classificata in gradi a seconda del numero di fibre coinvolte.

Nelle lesioni di primo grado il danno è localizzato a fibrille e filamenti senza perdita di continuità del muscolo; in quelle di secondo grado si ha l’interruzione di un certo numero di fibre muscolari senza coinvolgere una porzione macroscopicamente riconoscibile del ventre muscolare; in quelle di terzo grado si ha la rottura di un’ampia porzione del ventre muscolare con soluzione di continuo clinicamente evidente.

LESIONI DEL GINOCCHIO

A causa della complessità della sua struttura e della sua capacità di carico, il ginocchio è l’articolazione più frequentemente soggetta a lesioni in ambito sportivo. Ogni anno, sono milioni le richieste di visite ortopediche per danni al ginocchio.

Tra le lesioni meno severe, ma comunque dolorose e limitanti, ricordiamo  le tendiniti (del quadricipite, del rotuleo e del popliteo), la sindrome della bandelletta ileotibiale (meglio nota come “ginocchio del corridore”) e della zampa d’oca, le borsiti.

Lesioni più severe comprendono i danni alla cartilagine e ai legamenti. Nel ginocchio ci sono due tipi di cartilagine. Una è costituita dai menischi che hanno la funzione di ammortizzatori tra femore da una parte e tibia e perone dall’altra. L’altro tipo di cartilagine è quella che ricopre la superficie articolare delle ossa permettendone lo scorrimento reciproco.

I quattro principali legamenti del ginocchio sono i due crociati (anteriore e posteriore) e i due collaterali (mediale e laterale).

Danni al ginocchio possono derivare da cadute, distorsioni, atterraggi dopo un salto, corsa troppo impegnativa o prolungata e mancanza di adeguato riscaldamento.

 

LESIONI DEL TENDINE DI ACHILLE

Il tendine è una struttura estremamente resistente, ma ha un consumo di ossigeno 7,5 volte inferiore a quello del muscolo, quindi una lenta capacità di rigenerazione. In altre parole, è un tessuto difficilmente lesionabile (in condizioni normali), ma  ripetuti insulti da sovraccarico (come il correre con i muscoli affaticati) possono causare microlesioni che in breve tempo le cellule non riescono a riparare.

Per gli sportivi solitamente è l’eccessivo stress meccanico, a volte accoppiato a fattori congeniti (eccessiva pronazione del piede, supinazione ecc.), ma non si devono sottovalutare altre cause, per esempio quelle farmacologiche. Infatti l’eccessivo uso di corticosteroidi, di alcuni antibiotici (ciprofloxacina e altri antibiotici) e altri farmaci (statine, betaistina ecc.) può causare tendinopatie anche in assenza di stress meccanico eccessivo.

Si tratta di una patologia frequente nei “corridori del week-end” di mezza età che non praticano esercizio fisico con regolarità o che non dedicano tempo ad un adeguato stretching prima della corsa. Nei professionisti, la maggior parte delle lesioni al tendine di Achille avvengono nelle accelerazioni rapide e negli sport che prevedono salti.

 

LUSSAZIONI

Una lussazione è uno spostamento permanente delle superfici articolari l’una rispetto all’altra. La lussazione è detta completa se la perdita dei rapporti fra le due superfici è totale, quando invece resta un contatto parziale, si parla di lussazione incompleta o di sublussazione.

In alcuni casi, dopo l’evento traumatico, le estremità ossee ritornano spontaneamente in posizione; in questo caso si parla di distorsione articolare e non più di lussazione.

Le lussazioni traumatiche si verificano a seguito di violenti traumi che causano lo spostamento delle estremità ossee. Le lussazioni traumatiche che si verificano con più frequenza sono le seguenti:

■ lussazione della spalla

■ lussazione della clavicola

■ lussazione del gomito

■ lussazione delle dita

■ lussazione dell’anca

■ lussazione del ginocchio.

La lussazione traumatica è, talvolta, un evento caratterizzato da un certa gravità; gli apparati legamentosi delle grandi articolazioni sono infatti molto robusti ed è necessario un impatto di notevole forza affinché vi sia la perdita dei rapporti articolari. Molto spesso inoltre le lussazioni sono accompagnate da lacerazioni o stiramenti a carico degli apparati legamentosi e delle capsule articolari. In alcuni casi si verificano inoltre danni a carico delle strutture nervose e delle strutture vascolari.

Un serio problema legato alla lussazione di tipo traumatico è quello relativo alla cosiddetta lussazione recidivante, una complicazione che consiste nella tendenza che l’articolazione ha nel lussarsi a causa di traumatismi relativamente lievi.

In alcuni casi i capi articolari si lussano con estrema facilità anche se non vi è un’applicazione di una forza esterna; si parla in questo caso di lussazione abituale.

La lussazione traumatica è caratterizzata dalla seguente sintomatologia:

■ dolore improvviso e pungente esacerbato dalla palpazione

■ gonfiore (in alcuni casi sono presenti abrasioni ed ecchimosi)

■ articolazione deformata (la deformazione è visibile e palpabile)

■ intorpidimento dell’articolazione colpita e/o della zona anatomica sottostante

■ impossibilità di muovere l’articolazione colpita

 

FRATTURE

La frattura è la rottura di un osso che può avvenire sia come conseguenza di un unico trauma improvviso (frattura acuta) che per ripetute sollecitazioni all’osso nel tempo (frattura da stress). Molte fratture costituiscono situazioni di emergenza. In particolare, quando un moncone d’osso lacera la cute il rischio di infezione è molto alto.

Le fratture da stress interessano soprattutto i piedi e le gambe e sono comuni negli sport che prevedono corsa e salti. Il sintomo principale della frattura da stress è il dolore locale che peggiora col carico. Quasi sempre sono presenti edema ed ecchimosi.

L’Agopuntura nella gestione del dolore

L’Agopuntura è usata nella gestione del dolore da molti secoli. Poiché tratta il corpo nella sua interezza, l’Agopuntura non solo riduce il dolore immediatamente ma può aiutare ad evitare l’insorgenza del dolore in quelle stesse aree nel futuro. È così efficace che anche i medici convenzionali la suggeriscono sempre più spesso per il controllo del dolore.

Il rimedio più comune offerto dalla medicina ufficiale in occidente per curare il dolore è rappresentato dai farmaci anti-infiammatori. Chi ha sofferto o soffre da tempo di dolori cronici, sa benissimo che questi farmaci danno risultati insoddisfacenti. Dopo un po’ di tempo, la loro efficacia diminuisce considerevolmente. Gli effetti collaterali possono poi essere anche più gravi e mal sopportabili del dolore contro cui sono stati prescritti.

L’Agopuntura è un trattamento naturale molto potente contro il dolore. Gli aghi applicati sul corpo stimolano alcuni punti che rilasciano endorfine e altre molecole naturali ad azione anti-dolorifica. Inoltre, secondo i ricercatori, aumentano i segnali elettromagnetici tra le cellule nelle diverse parti del corpo (come agisce l’agopuntura). Possono così migliorare la salute e allontanare il dolore.

L’Agopuntura aumenta la circolazione del sangue in tutto il corpo e rilassa i muscoli. Può anche promuovere il benessere emotivo ed aumentare l’efficacia del sistema immunitario. Invece che abbassare le difese e deprimere la salute del resto del corpo per ridurre il dolore (come invece fanno i farmaci convenzionali) essa aumenta il livello di benessere di tutto il corpo.

Sono molti i tipi di dolore che possiamo sperimentare, e l’Agopuntura è il trattamento efficace per ognuno di essi.

Il mal di schiena, ad esempio, è molto comune ed è il risultato di stiramenti o sforzi. Il medico agopuntore può utilizzare aghi localmente per ridurre il dolore, ma soprattutto interviene con aghi posti a distanza su altre parti del corpo.

L’artrite è un’altra forma dolorosa che può essere trattata efficacemente con l’Agopuntura. Può colpire molte differenti articolazioni del corpo. A seconda della zona colpita, il medico può inserire gli aghi direttamente in corrispondenza dell’articolazione interessata o in altri importanti punti situati lungo i meridiani.

L’Agopuntura non limita il suo intervento ai dolori scheletrici o muscolari, ma è molto efficace in altre forme dolorose invalidanti quali la cefalea. In particolare è utilizzata per prevenire l’insorgenza degli attacchi. Intervenendo sulle aree che regolano il flusso di sangue alla testa, sullo stato emotivo e sull’equilibrio ormonale, il medico agopuntore può eliminare completamente la cefalea.

Non importa di quale tipo di dolore soffri, l’Agopuntura ha la soluzione.

Durante la prima visita il medico lavora con te per identificare il tuo tipo di dolore e creare un trattamento studiato specificamente per guarire il tuo corpo. Già dopo una sola seduta è possibile avvertire i benefici dell’Agopuntura nel trattamento del dolore.

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