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Anche se il termine Agopuntura fa riferimento diretto all’infissione di aghi nella cute, questa antichissima arte medica annovera nel suo arsenale terapeutico numerosi altri strumenti, che, usati con accortezza rendono l’intervento del medico agopuntore estremamente flessibile ed efficace.

La moxibustione

Antica quanto il massaggio è l’applicazione del calore per curare le malattie e in particolare per alleviare il dolore. I medici dell’antica Cina avevano scoperto che la stimolazione dei punti di agopuntura col calore poteva ottenere degli effetti particolari, sfruttando le proprietà specifiche dei singoli punti. Lo strumento principale per portare il calore sui punti era costituito da erbe medicinali essiccate e polverizzate, che venivano compresse, poste sulla cute e incendiate sino a trasmettere la sensazione del calore nel meridiano. Nel “Trattato sulle malattie febbrili dovute al freddo”, il medico Zhang Zhong Jing del II° secolo d.C. raccomandava di bruciare dei bastoncini di cannella per scaldare dei punti opportuni al fine di espellere il freddo patogeno dall’organismo stimolando la sudorazione. Col tempo la medicina cinese ha selezionato come erba principale per questo impiego l’Artemisia, con le cui fogli essiccate e triturate si prepara una lanugine da usarsi compressa in coni o arrotolata in bastoncini. I Giapponesi hanno denominato questa tecnica moxa e questo termine ha avuto più successo del termine cinese jiu fa, divenendo anche sinonimo di Artemisia. Per questa ragione oggi la tecnica è conosciuta come Moxibustione.
Il calore può essere portato con la moxa in modo diretto appoggiando dei coni sulla pelle o in modo indiretto ponendo tra il cono e la pelle una compressa medicata con erbe o una fettina di zenzero o di aglio oppure utilizzando il rotolo di moxa acceso e avvicinato al punto da trattare. La moxibustione può essere anche associata all’agopuntura per riscaldare più in profondità usando l’ago come veicolo del calore.

Questa tecnica naturalmente è elettiva in tutte le patologie dovute al freddo, ma è anche un’importante sistema di tonificazione nelle sindromi caratterizzate da astenia e freddolosità, nei prolassi, nelle dispepesie.

Esempi di applicazione
Un rimedio per la dissenteria da freddo: mettete del sale grosso nell’ombelico (punto shenque), accendete un rotolo di moxa e scaldate il punto alla distanza di circa 2 cm per 5-10 minuti. Per il mal di gola da freddo (non quello con febbre e placche!!) si può scaldare il punto hegu che si trova alla congiunzione fra pollice e indice delle mani verso il polso. Per trattare le emorroidi e i prolassi e anche in caso di stanchezza, si può scaldare il punto baihui al vertice della testa, dove si congiungono la linea che passa per il dorso del naso e quella che collega i lobi e gli apici delle due orecchie. In caso di posizione podalica del feto, una tecnica di rivolgimento ampiamente studiata e la cui efficacia è documentata scientificamente consiste nello scaldare con moxa il punto zhiyin, che si trova in corrispondenza dell’angolo ungueale esterno del quinto dito dei piedi.

La coppettazione

Una tecnica nota anche in Occidente, anche se applicata con criteri differenti da quelli della medicina cinese è la coppettazione. Si tratta di applicare delle ventose sui punti da trattare ed esercitare un’azione di aspirazione più o meno intensa sino a richiamare nel sottocute liquidi e sangue. I cinesi oggi usano spesso delle coppette in plastica o in vetro a vuoto pneumatico, ma è ancora largamente utilizzata la tecnica di fare il vuoto con una fiamma passata rapidamente all’interno della coppetta, che può essere di legno di bambù o di vetro.

 coppetta in vetro  coppetta in bambù  coppetta in ceramica

Secondo la medicina cinese questa tecnica è indicata in tutte le forme caratterizzate dalla presenza di catarri o di umidità. Si applica quindi specialmente nelle malattie respiratorie e nelle malattie reumatiche. Ci sono tuttavia anche impieghi particolari di questa tecnica, utili per trattare l’ansia e l’insonnia o per curare i disturbi dispeptici dei bambini.
In pratica il medico applica rapidamente le coppette sui punti da trattare esercitando un’aspirazione più o meno intensa a seconda che debba ottenere un forte drenaggio o solo un’attivazione della circolazione energetica. Questa azione aspirante superficializza l’energia corporea e con essa porta all’esterno i fattori patogeni e in particolare l’umidità o il sangue stagnante. La tecnica può anche essere associata al salasso (si punge il punto sino a farlo sanguinare, poi si applica la coppetta) o all’agopuntura (si copre l’ago infisso sul punto con una coppetta).
Una tecnica particolare è quella della “coppetta strisciata”. Si spalma un olio da massaggio sulla schiena del paziente, si applica la coppetta con un’aspirazione discretamente energica e la si spinge lungo i lati della colonna vertebrale prima in un senso e poi nell’altro, mantenendo l’azione di ventosa, sino ad ottenere un arrossamento della cute. L’effetto è molto rilassante e al tempo stesso corroborante.
Per avere idea dell’efficacia di questa tecnica, si pensi che l’applicazione di una energica coppettazione su due punti specifici del dorso (punto fengmen) può arrestare una crisi asmatica in pochi secondi.

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