Telefono

334 1 59 58 59

Email

elena.zumpano@gmail.com

Orari di apertura

Lun/Ven: 9 -19

“L’ipnosi non cura una malattia ma una persona”,  vale dire che la relazione terapeuta – paziente è fondamentale. Lontano dall’ipnosi che fa spettacolo sotto i riflettori, la medicina propone da diversi anni “L’ipnosi che cura”1.

Il ricorso all’ipnosi per curare il dolore è confermato da numerosi studi2. Si ritiene questo tipo di approccio particolarmente interessante se utilizzato prima che il dolore diventi cronico. Tuttavia, il successo di questo trattamento è strettamente legato a una condizione: “saper accettare i cambiamenti”, spiega il Dr. Jean-Marc Benhaïem, specialista di ipnosi e autore del libro “L’hypnose qui soigne”.

Nell’opera, l’autore propone tre tappe. La prima è l’induzione, che consiste nell’ipnotizzare il paziente proponendogli di concentrare l’attenzione su un oggetto. La seconda è quella denominata della dissociazione-confusione: il paziente viene isolato dalle sue percezioni uditive, visive e tattili. Il corpo è intorpidito e immobile. A questo punto subentra la terza tappa, che corrisponde all’apertura, quella che permette di entrare in relazione con il suo corpo, condizione necessaria per guarire. Abbandonare il corpo per ritrovarlo meglio…

Di fronte a un paziente sofferente, il terapeuta utilizzerà diverse metafore del dolore, come una “morsa che stringe” o degli “aghi”, per modificarle e proporne di nuove, legate questa volta al sollievo.

Ipnosi: la calma per combattere l’emicrania

Nei pazienti che soffrono di emicrania, l’ipnosi tenta di interrompere il circolo vizioso ansia-contratture-dolori cranici. Il raggiungimento dello stato ipnotico è spesso sufficiente a bloccare l’emicrania. Lo stato di letargia associato alla penombra e alla tranquillità della seduta rappresentano altrettanti elementi di sollievo per il paziente. Con gli occhi chiusi, il paziente è invitato a immaginare colori che gli infondono serenità. È spesso positiva la suggestione di freschezza che ne deriva.

Nel suo libro, lo specialista stima al 62% la percentuale di pazienti resistenti affetti da emicrania, che hanno ottenuto sollievo sottoponendosi a un’ipnosi mirata1. Tuttavia, anche se è possibile osservare un’attenuazione, se non addirittura un intervallo temporale tra gli episodi dolorosi, o un’attenuazione, si tratta raramente di guarigione. In questi casi, nulla vieta di sottoporsi ad altre sedute di ipnosi.

Buoni risultati nei casi di lombalgie e sciatiche

Indipendentemente dal punto in cui è localizzato il dolore, che provenga dalle gambe o dalla schiena, che sia di origine muscolare o articolare, l’approccio terapeutico sarà sempre lo stesso, spiega il Dr. Benhaiem. E cita l’esempio di una paziente di 50 anni: impegnata a migliorare attraverso l’ipnosi la relazione con la figlia, alla fine ha dimenticato i dolori lombari di cui soffriva.

Nella sua esperienza professionale, il medico constata che le sedute di ipnosi danno sollievo a un gran numero di pazienti. Si lamentano sempre meno dei loro dolori, fanno un consumo ridotto di farmaci antalgici e continuano la loro attività professionale.

Se l’efficacia dell’ipnosi sul dolore è un dato riconosciuto a livello clinico, rimaneva da dimostrarlo dal punto di vista scientifico. È ciò che ha fatto Fanny Nusbaum2, ricercatrice associata presso il laboratorio Santé-Individu-Société (Università di Lione). Utilizzando una RMN, ha misurato l’attività cerebrale di 14 pazienti affetti da lombalgia cronica, a riposo, in stato di veglia con una suggestione di analgesia, e in stato di ipnosi con la stessa suggestione di analgesia. Risultato: i pazienti in stato di veglia hanno registrato una diminuzione dell’intensità del dolore nell’ordine del 28%, contro il 64% per i pazienti sotto ipnosi, che hanno mostrato l’attivazione di una rete cerebrale cognitivo – emozionale. Per gli studiosi, la maggiore efficacia dell’ipnosi rispetto allo stato di veglia consiste nel fatto che l’ipnosi agisce sulla sfera emozionale e non sulla sola sfera sensoriale.

Alleviare i dolori del colon

Alcuni dolori del colon rimangono invalidanti, nonostante il ricorso a terapie pesanti. Anche in quel caso l’ipnosi può fare la sua parte.

Il medico ricorre all’utilizzo di metafore, che paragonano il colon a un fiume calmo. Seduto su una poltrona o una sedia comoda, il paziente riceve l’istruzione di immaginare il colon disinfiammato o, ancora, di mettere la mano sulla pancia e di attendere finché avverte un calore che gli infonde tranquillità.

Nel suo libro, il Dr. Benhaiem descrive il caso di un paziente di 48 anni che, malgrado l’ablazione parziale del colon, continuava a soffrire da 3 anni, al punto da vedersi costretto a lasciare il lavoro. Consigliato da un collega gastroenterologo, accetta di giocare la carta dell’ipnosi. Risultato: i dolori si erano attenuati già alla prima seduta. Alla seconda, il problema era pressoché risolto. Il medico ha potuto accertare la guarigione e il paziente riprendere il lavoro.

La particolarità dei dolori di amputazione o dolori da arto fantasma

Nei casi di amputazione, è piuttosto frequente avvertire un dolore dal lato dell’arto amputato. Il cervello infatti, cerca questa parte del corpo venuta a mancare e invia segnali dolorosi, comunemente noti come “dolori fantasma”.

In questo caso, l’ipnosi avrà come obiettivo di “mettere ordine nel cervello”, spiega il Dr. Benhaiem. Attraverso le sedute di ipnosi, si tratta di far accettare al paziente l’handicap o il drammatico evento che lo ha colpito, ponendo fine ai rimpianti e ad altri sensi di colpa che riguardano la lesione fisica. A tale scopo, il terapeuta propone al paziente di visualizzare l’arto assente e di immaginare che si muova. Questo produrrà come effetto quello di alleviare i dolori definiti neuropatici.

È possibile attenuare il dolore dal dentista con l’ipnosi?

Nonostante i progressi tecnici, la paura del trapano e della puntura di anestesia non è passata.

Alcuni dentisti con una formazione all’ipnosi medica o in collaborazione con terapeuti utilizzano le tecniche di suggestione per attenuare la sensazione provocata dalla puntura: “Il suo avambraccio destro deve addormentarsi, poi diventare insensibile… Faccio una prova di questa analgesia pungendole la pelle… Può constatare una diminuzione del dolore… L’analgesia si estende poi alle spalle, al volto, alle mascelle…”. Il paziente avverte le cure, ma in modo attenuato. Così facendo, il dentista utilizza un minor numero di anestetici locali. Altro beneficio dell’ipnosi è che riduce anche la salivazione e i sanguinamenti.

Con i bambini, il dentista utilizza la suggestione e ricorre alla metafora degli eroi delle favole che superano tutti gli ostacoli.

L’ipnosi prima di una puntura?

È possibile utilizzare l’ipnosi per accompagnare alcune pratiche mediche dolorose, come la puntura lombare o il prelievo di midollo osseo. Può essere proposta prima di sottoporsi a una cura, a medicazioni per gli ustionati, punture e a qualsiasi altro intervento non richieda il ricorso a un’anestesia locale.

Quando il dolore diventa insopportabile, tanto vale tentare questo approccio. Tutti possono essere ipnotizzati, ma alcuni saranno “spugne”, secondo la formula coniata dal Dr.Benhaiem, mentre altri si dimostreranno”refrattari”. In ogni caso, sono rari gli effetti collaterali, se non qualche crisi di angoscia o pianti eccezionali. L’ipnosi non elimina il problema, ma insegna qualcosa: imparare a non soffrire più, una vera scommessa pascaliana!